domenica 18 agosto 2013

                                Recensione del romanzo
     "Francesca, eroina per amore nella Gallura degli stazzi"
                                       di Quirina Ruiu

L'amore per la sua terra, le sue tradizioni, i suoi valori, la sua selvaggia e incontaminata bellezza, spingono l'autrice a raccontarla traendo spunto da una storia vera: l'amore contrastato della nonna materna Francesca, vissuta a cavallo tra l'800 e il '900.

Chi è l'autrice? Quirina Ruiu è nata a Telti il 3 Marzo 1951. E' amante delle discipline artistiche che ha coltivato  come autodidatta nella pittura (che ha curato la copertina e gli altri ritratti presenti nel romanzo) e successivamente nella poesia.
Ha pubblicato nel 2012 la raccolta di poesie "Candu la 'ita faci rima con l'amori" ("Quando la vita fa rima con l'amore" nd) e ha vinto diversi concorsi letterari, tra cui "Giulio Cossu" nel 2012/2013 nella sezione "prosa gallurese" e "Agghju".

#Link account facebook dell'autrice: https://www.facebook.com/messages/#!/quira.ruiz

Il romanzo. Il romanzo è ambientato nella Gallura di fine ‘800, primo ‘900 , e sin dalle prime frasi è percettibile l’amore che l’autrice nutre nei confronti della propria terra, dei costumi, degli odori e dei sapori. Ma primo fra tutti, l’amore che emerge, è quello per la famiglia. Il romanzo è tratto da una storia vera, quella della nonna materna di Quirina, Francesca per l’appunto, che visse con il suo futuro sposo un amore contrastato dal padre della ragazza, che per lei sperava in un uomo colto e di lettere: sperava in un intellettuale cittadino.
Come spesso accade, non sempre le aspettative dei genitori vengono a riscontrasi nei figli, e questo è il caso di Francesca che si innamora di Pietro, ricco possidente di terre, oltre che uomo gentile e garbato, che portava avanti gli affari di famiglia, essendo orfano di padre sin da piccolino.
I due si incontrano quando Francesca, poco meno che ventenne, si reca a casa della zia, Domenica, che aveva invitato diversi amici della cussogghja e così i due si piaceranno e inizieranno a sentirsi di nascosto.
Quello che viene narrato all’interno del romanzo è un amore puro, di altri tempi, quello dove non esiste la distinzione tra “coinvolgimento mentale” e “coinvolgimento fisico” di cui sentiamo parlare ora, ma è AMORE e basta, dove tutto ambisce ad una sola cosa: la voglia di passare insieme il resto della vita. Il padre di Francesca non approverà il fidanzamento tra i due e farà di tutto per separarli. In molti casi i due avrebbero potuto lasciarsi, dimenticarsi l’uno dell’altra, ma preferiranno lottare pur di sperare in un futuro insieme.

Pietro verrà incarcerato a tradimento, verrà fatto scappare e sarà costretto a nascondersi come i briganti nelle conche del Limbara per sfuggire alla cattura. Mentre Francesca, pura ma innamorata, gli porterà da mangiare e proprio andando ad incoraggiarlo in quella solitudine invernale soccorrerà un malcapitato in un burrone e da quel momento in poi le vicissitudini si evolveranno in bene per i due innamorati. Un “caso della provvidenza” come lo avrebbe definito il Manzoni, anche perché, la storia, forse per l’amore contrastato, ricorda in alcuni tratti “I promessi sposi”. Gli ingredienti ci sono tutti: due giovani che si amano, l’intromissione da parte di terzi per contrastare la loro unione, il tentativo di fuga, l’intercessione della Chiesa rappresentata da Vescovo e infine, il tanto sognato matrimonio, che porta alla formazione di una vera e propria famiglia.

Ma come ho detto prima, Quirina, si è ispirata ad una storia vera, e a differenza di quella del Manzoni che finisce con un “e vissero felici e contenti”, quella di Quirina vi lascerà con l’amaro in bocca, perché non sempre la vita prende la direzione da noi voluta o talvolta anche meritata.
Eistain diceva che “Soltanto una vita vissuta per gli altri è una vita che vale la pena vivere” e la protagonista di questo romanzo ci dimostra di vivere per se stessa e anche per gli altri con grande dedizione. Credo che Quirina, scegliendo il titolo, abbia voluto sottolineare quel “eroina”  perché Francesca incarna tutte le donne del passato e del presente “le tante eroine” che amano incondizionatamente la vita, la famiglia, il marito, i figli e il prossimo. Quirina con semplicità e poesia ha raccontato una storia, che in alcuni punti assomiglierà alla storia di qualche vostro antenato, e che per questo appartiene in modo assoluto a tutti noi e quindi a tutta la comunità!

Maria Antonietta Azara

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